Spesso chi legge molto, romanzi o fumetti, viene preso per uno che si estranea dalla realtà, che vive "nel mondo di...", che non sta con i piedi per terra. Balle.
Senza i personaggi inventati, semplici uomini o uomini malvagi, eroi o truffatori, animali fantastici e cartoni animati, robot e stregoni, sarebbe una noia mortale. Si ha bisogno di questi esseri, di carta o cellulosa, per pensare che in fondo c'è dell'altro da cercare oltre a quello che viviamo o vediamo, perchè ogni storia, apparentamente frivola o solo "inventata", riflette la realtà di chi scrive, un punto di vista a volte opposto al nostro ma che ci parla di vita vera. E se a volte così non sembra siamo però noi, col confronto con la nostra realtà, a misurare il livello di realismo di ciò che ci è proposto.
Chi ha scritto Toy Story sa bene che i giocattoli non parlano ma per i bimbi è davvero così? Siamo sicuri? Sono 50 anni che Superman vive sulla carta e al cinema ma mai ci stancheremo di sognare l'eroe senza macchia pronto a sacrificare la propria quotidianità, se non la propria vita, per il bene dell'umanità. E la nostra voglia di giustizia che tiene in vita sia il goffo Clark Kent sia il suo doppio "con le palle".
Centinaia di principi azzurri antichi e moderni resistono al tempo perchè nella vita reale sono così rari che è giusto sognarli. Stessa cosa per le donne di Milo Manara o la Valentina di Crepax.
Insomma senza la realtà non ci sarebbe la fiaba, segno del nostro desiderio di "altro", come quando si entra nel week-end dopo una settimana di lavoro...ma senza la fantasia e la voglia di qualcosa in più, la realtà sarebbe molto, molto più grigia. E sono covinto che chi legge con continuità abbia una vitalità, curiosità e voglia di vivere più elevati rispetto al pragmatico "uomo concreto" che sicuro nel suo "stare fra le righe" non sa invece quanto si perde e fortuna sua non sa neppure della sua mediocrità. La ricchezza di punti di vista che la lettura o il cinema ci offrono, ci permettono di leggere meglio la vita, i fatti e le persone e di avere molti più dubbi, motore indispensabile per poter migliorare, per poter seppur con difficoltà cambiare.
Senza i personaggi inventati, semplici uomini o uomini malvagi, eroi o truffatori, animali fantastici e cartoni animati, robot e stregoni, sarebbe una noia mortale. Si ha bisogno di questi esseri, di carta o cellulosa, per pensare che in fondo c'è dell'altro da cercare oltre a quello che viviamo o vediamo, perchè ogni storia, apparentamente frivola o solo "inventata", riflette la realtà di chi scrive, un punto di vista a volte opposto al nostro ma che ci parla di vita vera. E se a volte così non sembra siamo però noi, col confronto con la nostra realtà, a misurare il livello di realismo di ciò che ci è proposto.
Chi ha scritto Toy Story sa bene che i giocattoli non parlano ma per i bimbi è davvero così? Siamo sicuri? Sono 50 anni che Superman vive sulla carta e al cinema ma mai ci stancheremo di sognare l'eroe senza macchia pronto a sacrificare la propria quotidianità, se non la propria vita, per il bene dell'umanità. E la nostra voglia di giustizia che tiene in vita sia il goffo Clark Kent sia il suo doppio "con le palle".
Centinaia di principi azzurri antichi e moderni resistono al tempo perchè nella vita reale sono così rari che è giusto sognarli. Stessa cosa per le donne di Milo Manara o la Valentina di Crepax.
Insomma senza la realtà non ci sarebbe la fiaba, segno del nostro desiderio di "altro", come quando si entra nel week-end dopo una settimana di lavoro...ma senza la fantasia e la voglia di qualcosa in più, la realtà sarebbe molto, molto più grigia. E sono covinto che chi legge con continuità abbia una vitalità, curiosità e voglia di vivere più elevati rispetto al pragmatico "uomo concreto" che sicuro nel suo "stare fra le righe" non sa invece quanto si perde e fortuna sua non sa neppure della sua mediocrità. La ricchezza di punti di vista che la lettura o il cinema ci offrono, ci permettono di leggere meglio la vita, i fatti e le persone e di avere molti più dubbi, motore indispensabile per poter migliorare, per poter seppur con difficoltà cambiare.